17
Marzo
2023
mattina
Il ruolo del LCA nella sostenibilità: struttura, elementi e suo utilizzo nel settore agroalimentare
Sergio Saia
Professore associato di Agronomia e Coltivazioni Erbacee (AGR/02) - Università di Pisa
abstract
Valutare la sostenibilità di un prodotto, anche il più semplice, può essere un processo particolarmente complesso in ragione del numero di variabili coinvolte e i loro diversi contributi.
Per tale motivo si è cercato di standardizzare il processo di valutazione mediante l’implementazione e l’adozione della metodologia LCA.
A livello europeo l’importanza strategica dell’adozione della metodologia LCA come strumento di base e scientificamente adatto all’identificazione di aspetti ambientali significativi è espressa chiaramente all’interno del Libro Verde COM 2001/68/CE e della COM 2003/302/CE sulla Politica Integrata dei Prodotti.
L’intervento in oggetto intende discutere e approfondire i diversi elementi che costituiscono e caratterizzano la metodologia LCA, dagli indicatori fino alla presentazione dei risultati, in relazione agli specifici aspetti e criticità della filiera agroalimentare.
La serie ISO 14040, Life Cycle Assessment e software utilizzabili
Paolo Tempesti
Ph.D. in Chemical Sciences
abstract
A livello internazionale la metodologia LCA è regolamentata dalle norme ISO della serie 14040, in base alle quali uno studio di valutazione del ciclo di vita prevede: la definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione dell’analisi (ISO 14041), la compilazione di un inventario degli input e degli output di un determinato sistema (ISO 14041), la valutazione del potenziale impatto ambientale correlato a tali input e output (ISO 14042), e, infine, l’interpretazione dei risultati (ISO 14043).
I requisiti che caratterizzano la metodologia LCA sono quindi molteplici e talvolta non di facile comprensione, data la numerosità e la natura olistica della materia.
La relazione ha come obiettivo proprio quello di illustrare i contenuti più rilevanti delle norme della serie ISO 14040.
A ciò si aggiunge anche un approfondimento sui diversi software utilizzabili, sia open access sia proprietari, per lo sviluppo e l’implementazione della metodologia LCA, con focus sugli aspetti di interesse, le possibili applicazioni e i limiti di utilizzo per le specifiche applicazioni.
La scrittura di un LCA: percorso e casi studio parte I
Francesca Falconi
Socio fondatore LCA-lab Life Cycle consultants, spin-off ENEA
abstract
I diversi software disponibili forniscono un supporto importante, se non essenziale, all’elaborazione dell’analisi del ciclo di vita.
Nonostante ciò, data la complessità della metodologia, occorrono delle direttrici per trasformare la teoria, la conoscenza dei sistemi e dei fenomeni, in prassi.
Questo intervento ha l'obiettivo di soddisfare tale esigenza e guidare lo sviluppatore del LCA, che può coincidere con l’utilizzatore del software, nei diversi passaggi che caratterizzano la metodologia LCA, dalla definizione dello scopo e campo di applicazione, fino alla presentazione ed interpretazione dei risultati.
pomeriggio
La scrittura di un LCA: percorso e casi studio parte II
Francesca Falconi
Socio fondatore LCA-lab Life Cycle consultants, spin-off ENEA
abstract
I casi studio presentati durante la seconda parte dell'intervento riguarderanno il settore agroalimentare sia per le fasi di coltivazione sia per quelle di trasformazione dei prodotti (patata, zucchero, pasta ecc.) e illustreranno le questioni relative alla modellizzazione dei dati di inventario di uno studio LCA e all’interpretazione dei risultati di un’analisi di impatto.
Le certificazioni volontarie per comunicare la sostenibilità dei prodotti agroalimentari - Caso studio di una DAP
Valerio Lucarelli
Sostenibilità ambientale: Footprint e Carbon Footprint, Climate Change, DAP e SGE - CSQA
abstract
Valutare e comunicare la sostenibilità sono processi differenti che hanno finalità differenti, anche in ragione del pubblico cui sono rivolti.
Una volta sviluppata e formalizzata l’analisi del ciclo di vita, può essere necessario un ulteriore passo al fine di comunicare i risultati di questo studio al pubblico dei consumatori. Questo aspetto è ampiamente trattato dalle norme della serie ISO 14020, che stabiliscono i requisiti volontari per l’elaborazione della dichiarazione ambientale di prodotto (tipo I, II e III).
La dichiarazione ambientale può sembrare più intuitiva rispetto al LCA, ma, nonostante ciò, richiede la conoscenza dei requisiti stabiliti dalle norme, che possono coincidere con quelli delle parti interessate.
La relazione ha la finalità di illustrare i contenuti delle norme della serie ISO 14020, partendo dai principi generali, enunciati dalla ISO 14020, e prendendo in considerazione i diversi tipi di dichiarazione ambientale di interesse, in particolare la tipo II (autodichiarazione ambientale) e la tipo III (dichiarazione che fornisce dati ambientali quantificati mediante parametri predeterminati).
Durante la relazione sarà anche discusso un caso pratico con focus sui diversi step necessari allo sviluppo della dichiarazione ambientale di prodotto e iter certificativo ai fini della ISO 14025.
Comunicazione commerciale della sostenibilità e responsabilità
Chiara Marinuzzi
Avvocato - Studio Legale Avv. Gaetano Forte
abstract
Comunicare a livello commerciale, in etichetta o attraverso altri media, le caratteristiche ambientali dei prodotti implica necessariamente delle responsabilità per l’operatore del settore alimentare (OSA) in merito alla veridicità di quanto dichiarato e alle modalità con cui tali informazioni sono veicolate alle parti interessate, tra cui i consumatori finali.
La comunicazione e la presentazione richiedono un’attenta valutazione preliminare da parte degli OSA, per individuare le criticità sia degli aspetti tecnici, discussi nei precedenti interventi, sia degli aspetti legali.
La relazione mira a fornire un quadro dell’attuale situazione normativa e delle proposte in corso di discussione sui green claim e ad analizzare alcune pratiche sleali sulla comunicazione ambientale affrontate dalle autorità competenti