31
Maggio
2023
mattina
I contaminanti chimici negli alimenti: dai casi trattati negli ultimi anni alla nuova normativa appena entrata in vigore
Giorgia Andreis
Avvocata - Andreis e Associati Avvocati - Torino, Milano
abstract
L’intervento ha l’obiettivo di illustrare il nuovo Reg. UE 2023/915, ma anche le interpretazioni e le posizioni delle autorità di controllo e le discussioni che hanno interessato il territorio nazionale e quello comunitario negli ultimi anni sia in sede di autocontrollo che in sede di controllo ufficiale.
Ci si concentrerà in particolare sulle misure di gestione e di reazione alle non conformità, e quindi, ad esempio, sulle applicazioni delle procedure di allerta e sulle attività poste in essere dagli operatori.
Infine, sarà introdotta la tematica allergeni, che avrà ad oggetto la loro dichiarazione e la loro gestione nei casi di possibili contaminazioni crociate.
Controllo degli allergeni nelle attività di preparazione e somministrazione
Massimo Artorige Giubilesi
Food Technologist - Chairman & CEO Giubilesi & Associati
abstract
Il pericolo chimico allergeni è al primo posto tra le allerte europee dal 2019, con una quota superiore al 20%, con il 60% delle non conformità per sostanze allergeniche presenti e non dichiarate che riguarda le preparazioni alimentari destinate alla somministrazione nel settore food service & hospitality.
Le modalità di selezione dei fornitori e di approvvigionamento delle derrate, la varietà delle preparazioni e il cambio frequente dei menu, insieme con la carenza di spazi e la promiscuità delle manipolazioni, rappresentano fattori critici nella prevenzione operativa del pericolo di contaminazioni dirette e crociate da sostanze allergeniche.
L’intervento ha l’obiettivo di illustrare le misure operative di prevenzione, controllo e gestione delle non conformità che, unite ad un adeguato programma di formazione-addestramento degli addetti e di informazione reale ai consumatori, sia in grado di governare il rischio allergeni per la tutela della salute del singolo e della collettività.
Allergeni alimentari: tecniche analitiche per il monitoraggio e il controllo
Matteo D'Andrea
Product Specialist PCR - R-Biopharm Italia
abstract
Il controllo accurato della presenza di potenziali allergeni all’interno di matrici alimentari e sulle superfici, rappresenta una sfida sempre più importante per chi lavora nel campo delle analisi alimentari dato il numero sempre crescente di soggetti allergici e di allergeni emergenti.
R-Biopharm mette a disposizione kit e strumenti per la rilevazione e il dosaggio di tali contaminanti partendo da kit rapidi Lateral Flow, passando per i test immunoenziamtici ELISA e arrivando alle analisi molecolari in RT-PCR.
L'intervento partirà dalla direttiva 1169/2011 CE dedicata alle informazioni da inserire sulle etichette, per focalizzarsi su caratteristiche e modalità di uso delle principali tecniche analitiche per la ricerca degli allergeni.
Un'attenzione particolare sarà poi rivolta alla tecnica RT-PCR e alcune case history su allergeni emergenti, quali lupino e senape.
Ruolo e dinamiche del laboratorio conto terzi nell’analisi dei contaminanti
Francesca Bagnasco
Responsabile Settore Food&Feed & QA Manager presso LabAnalysis
abstract
Nei laboratori di prova, il monitoraggio quotidiano dei contaminanti chimici si traduce nella capacità si sostenere un’attività di alto profilo tecnico analitico sia sulle attività routinarie sia sui progetti di sviluppo dei metodi di prova. Il tutto garantendo il rispetto dei tempi previsti e l’ottemperanza alla regolamentazione vigente relativa ai parametri statistici che devono necessariamente assicurare la qualità delle prove eseguite.
L’intervento si pone come obiettivo quello di mostrare lo sviluppo di metodi analitici, evidenziandone gli aspetti tecnici e le eventuali criticità alla luce della complessità della matrice e dei target da rilevare.
Le determinazioni presentate come l’Ossido di Etilene, gli Alcaloidi Pirrolizidinici e Tropanici, le Micotossine e i PFAS, coinvolgono diversi operatori del settore alimentare e richiedono competenze trasversali per poter valutare un impatto complessivo sulla catena alimentare e l’intera filiera.
In conclusione saranno accennate le novità introdotte dal nuovo Decreto Acque, matrice comune a tutti gli OSA, che attenziona anche nuovi contaminanti chimici, tra cui gli stessi PFAS.
pomeriggio
Bisfenolo A e Ftalati: rischi e impatto sulla sicurezza alimentare
Cinzia La Rocca
Biologa, Tossicologa - Primo ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma
abstract
Bisfenolo A e ftalati sono composti utilizzati come plasticizzanti in numerosi prodotti di uso quotidiano (ad esempio oggetti in plastica, cosmetici, carta termica), ma, non essendo legati chimicamente al polimero con il quale sono miscelati, possono essere rilasciati in ambiente, durante la produzione e successiva trasformazione, negli alimenti o nei liquidi, nel caso di contenitori per alimenti, o venire in contatto diretto nel caso di giocattoli, carta termica.
Ftalati e BPA, considerati contaminanti alimentari e ambientali non persistenti, hanno la capacità di interferire con il sistema endocrino con effetti associati a possibili danni a carico del sistema endocrino, metabolico, riproduttivo, immunitario e nervoso. Numerosi studi di biomonitoraggio hanno dimostrato che la popolazione, tra cui quella italiana adulta e infantile (progetto europeo LIFE PERSUADED), è esposta a BPA e ftalati, spesso associata a utilizzo di prodotti di consumo, ambiente di vita e abitudini alimentari.
La recente opinione dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha abbassato notevolmente i valori di riferimento per il BPA sulla base di nuovi dati scientifici, di fatto stabilendo che i livelli di esposizione sono di forte preoccupazione e sottolineando come le attività di limitazione dell’esposizione devono essere fortemente considerate.
L’intervento illustrerà studi di popolazione in associazione a patologie, studi sulla presenza di ftalati e BPA in alimenti, l’attuale regolamentazione e possibili soluzioni per promuovere la loro sostituzione con nuovi composti e loro impatto sulla salute o con materiali innovativi.
Il controllo dei PFAS quali contaminanti emergenti nelle filiere e ricadute sulla food safety
Maria Nobile
Ricercatrice - Ispezione degli Alimenti di Origine Animale - Dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali (DIVAS) - Università degli Studi di Milano
abstract
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) sono un gruppo di sostanze chimiche di sintesi che sono state utilizzate nell’industria e nei prodotti di consumo sin dagli anni ’40 in relazione alle proprietà in diversi settori, dal tessile, industriale e alimentare. L’acido perfluoroottanoico (PFOA) e il perfluorottano-solfonato (PFOS), ad esempio, sono due delle sostanze chimiche più utilizzate e studiate nel gruppo PFAS.
Una caratteristica comune dei PFAS è che si degradano molto lentamente e possono accumularsi negli animali e nell’ambiente nel tempo, fino ad arrivare agli esseri umani, che possono essere esposti ai PFASs in vari modi di cui la fonte più critica è rappresentata dagli alimenti.
Nel settembre 2020, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha stabilito una dose settimanale tollerabile (TWI) di 4,4 nanogrammi (ng) per chilogrammo (kg) di peso corporeo a settimana per i PFASs negli alimenti. Di conseguenza, la Commissione europea ha proposto livelli massimi di PFASs negli alimenti di origine animale a partire da Gennaio 2023.
L’intervento vuole presentare attraverso lavori sperimentali condotti negli ultimi anni, la situazione in merito a incidenza e risk assessment ai fini della sicurezza alimentare in diverse filiere di origine animale.
Ocratossina e altre tossine vegetali emergenti
Lisa Vallone
Ricercatrice - Ispezione degli alimenti di origine animale - Dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali (DIVAS) - Università degli Studi di Milano
abstract
Alla luce del Reg. 915/2023 appena introdotto, l’intervento si propone di mettere in evidenza novità e modifiche relativamente alla presenza di micotossine in alimenti e mangimi.
In particolare, saranno presi in esame Ocratossina A, le problematiche connesse con il consumo di alimenti contaminati e gli effetti sulla salute del consumatore.
Infine, si fornirà una panoramica su tossine vegetali emergenti, metaboliti secondari prodotti da piante, anche in seguito ai cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo, che possono entrare nella catena alimentare e che, dunque, meritano l'attenzione dei ricercatori e del legislatore al fine di tutelare la salute pubblica.
Ossido di etilene: reale pericolo?
Agostino Macrì
Già Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell'Istituto Superiore di Sanità
abstract
Durante l'intervento si prenderà in esame l’ossido di etilene, un gas che ha potenti attività antibatteriche e antifungine e per questo viene impiegato per la sterilizzazione di strumenti chirurgici e anche per altri materiali sanitari. È ovviamente efficace anche per trattare derrate alimentari contaminate da batteri e funghi.
Si tratta però di una sostanza fortemente irritante e tossica nel caso venga inalata. Proprio per tale motivo il suo impiego nel trattamento degli alimenti non è consentito in quanto non è facile evitare l’esposizione degli operatori lungo la filiera di conservazione e distribuzione delle derrate alimentari.
Esiste quindi un importante pericolo per le persone che vengono a contatto del gas nelle varie fasi di lavorazione.
Trattandosi di un gas, si disperde facilmente e la semplice esposizione all’aria degli alimenti trattati ne consente l’eliminazione.
Il pericolo è poi praticamente inesistente per i consumatori di prodotti da forno ottenuti con la cottura di cereali o altre materie prime trattate in precedenza con ossido di etilene.